Superman Returns (Kevin Spacey Arbiter Elegantiae)

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FiocoTram
00giovedì 17 agosto 2006 22:28
Della ' firma d'autore' di Singer, che già avevo apprezzato nei primi due film degli X-men, in questa pellicola non v'è traccia.
Saranno d'accordo con me soprattutto quelli che apprezzano i film di Synger soprattutto sul versante sceneggiature (vedi 'I soliti sospetti' ).
Qui di certo non ci sono 'buchi' narrativi rilevanti (almeno a me non è sembrato) ma nemmeno guizzi.
E poi... l'inevitabile confronto con la nemesi del film, gli sviluppi del rapporto tra il redivivo Uomo d'Acciaio Clark e Lois, i personaggini comprimari...
Tutto funziona in maniera precisa e consequenziale rispetto al passato senza grandissimi colpi di scena... più che Superman il ritorno sembra Superman: la ribollita.
Prevale a mio parere l'esigenza di girare un sentito tributo a Superman (più quello cinematografico che quello a fumetti) talmente pressante da annullare qualsiasi tipo di punto di vista personale rispetto al lavoro di Donner.
Ok, Superman ritorna... ma il mondo è davvero cambiato, nel frattempo?
A guardare la pellicola, sembrerebbe quasi di no.... a parte ovviamente le inevitabili soprese riservateci dal copione.
Sottolineo 'ovviamente' e 'inevitabili' .
Lati positivi:
Ci sono due o tre sequenze girate con effetti speciali non si dimenticheranno in fretta, e che tengono ben incollati alla poltrona.
partecipazione di un Lex Luthor perfetto interpretato da Spacey (non a caso uno dei miei attori preferiti) .
Lati negativi:
Trama che fa il suo dovere, ma senza tocchi di originalità.
La storia contiene esattamente tutti i topos e gli sviluppi che vi aspettereste immaginandovi nella vostra testa un personale 'sequel' delle prime due storiche pellicole dedicate all'Uomo d'Acciaio.
Non è presente nessuna interpretazione originale del personaggio, nessun punto di vista dotato di un barlume di originalità, al di là del servizio reso al 'mito' .
E' semplicemente l'icona in celluloide degli anni ottanta riportata in vita, purtroppo aggravata dall'assenza di Reeve.
Purtroppo il paragone col decisamente inespressivo Brandon Routh scatta in maniera inevitabile.
Mi rendo conto quanto sia stato difficile sostituire un'icona come Reeve, ma perlomeno il buon Brandon avrebbe potuto rendere più partecipata, più personale la sua interpretazione... in certe sequenze sembra che stia semplicemente davanti alla telecamera a farsi riprendere la 's ' sul petto.
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